Al cinema: Mustang, con Luna Miriam Iansante
E' uscito nelle sale il 29 ottobre scorso il film
Mustang, un film di
Deniz Gamze Ergüven per la
Lucky Red, dove la nostra attrice
Luna Miriam Iansante doppia la protagonista
Günes Sensoy nel ruolo di Lale. C'è un bellissimo trailer nel web dove Luna è anche voce narrante, che vi alleghiamo qui di seguito:
https://youtu.be/m9ekWwtrauo
La trama: In un villaggio costiero turco la giovane Le sorelle si recano in spiaggia con un gruppo di studenti maschi e lì giocano, completamente vestite, a combattere in acqua a cavalcioni sulle spalle dei maschi. La notizia dello 'scandalo' viene immediatamente comunicata alla loro nonna che le punisce ma la punizione più dura arriverà dallo zio (i genitori sono morti) il quale decide di recluderle in casa affinché non diano più scandalo. Per sistemare ancor meglio le cose si dà il via alla ricerca di possibili pretendenti per matrimoni combinati che restituiscano alla famiglia l'onorabilità.
Presentato con successo alla Quinzaine des Réalisateurs al Festival di Cannes 2015 e vincitore del premio Label Europa Cinemas, Mustang appartiene alla categoria delle opere prime che lasciano ben sperare per il futuro di chi le ha realizzate e quindi del cinema. Deniz Gamze Ergüven si dimostra regista capace di fornire verità ed intensità alla storia che porta sullo schermo pur essendo consapevole di un modello 'alto' che l'ha preceduta 16 anni fa, quel Il giardino delle vergini suicide anch'esso opera prima di Sofia Coppola. L'originalità di scrittura e di tecnica di ripresa la rende però indenne da qualsiasi dubbio di vicinanza a quel soggetto. Perché qui il punto di vista che viene assunto sin dalla prima inquadratura è quello di Lale, la più piccola, la quale vede nelle sorelle e in ciò che debbono subire il suo futuro in anticipo e decide di non volervi sottostare. In questo nucleo familiare decentrato (Istanbul resta la meta lontana che si vorrebbe raggiungere) si trova rappresentata la società turca più arretrata che trova nella nonna e nello zio i suoi più emblematici esponenti. Se lo zio-padrone è dispotico ed arrogante, degno prodotto di una cultura maschilista che affonda le proprie radici in un passato ancestrale, la nonna ne subisce le reprimende e si trova ad agire su entrambi i fronti: quello della repressione così come quello del sostegno più o meno indiretto.
Le ragazze, la cui differente psicologia è descritta con grande sensibilità, fanno parte (o vorrebbero farne parte) di quel futuro che nella grande città è già presente ma dinanzi al quale altrove si ergono i muri delle nozze combinate e della pretesa della verginità femminile. Uno dei maggiori pregi del film è costituito dal mancato rifugio nel manicheismo. La regista e la co-sceneggiatrice Alice Winocour non denunciano a priori l'altro sesso perché trovano nel giovane che aiuta Lale la speranza di un diverso futuro per il rapporto tra maschi e femmine. Con in più un'importante annotazione: quell'abbraccio iniziale di Lale all'insegnante che sta per lasciarla ci ricorda quanta importanza possa avere il ruolo di un docente nella formazione di un carattere. In qualsiasi società, non solo in quella turca.
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